CARESSE CROSBY AL CASTELLO DI ROCCA SINIBALDA

a cura di Andrea Scappa

Caresse Crosby, scrittrice, intellettuale, e mecenate americana, conduce un’esistenza avventurosa, dedita al lusso, allo svago e alla bellezza. Caresse è una donna anticonformista: partecipa a film d’avanguardia, si unisce in seconde nozze con un milionario di Boston più piccolo di lei, pubblica con la sua casa editrice Black Sun Press le opere di Ernest Hemingway, Charles Bukowski e Henry Miller e molti altri importanti autori quando non sono ancora conosciuti, pratica l’amore libero, e inventa il reggiseno per liberarsi dalle costrizioni del corsetto. Dagli Stati Uniti giunge in Europa, dove da ricca espatriata soggiorna in numerosi luoghi continuando ad avere il giusto fiuto per l’arte e ad intercettare i più raffinati cenacoli artistici.

Caresse svolge anche attività politica e dimostra di essere una fervente attivista. Non a caso Caresse si prodiga per la creazione di due organizzazioni Women Against War (Donne contro la guerra) e Citizens of the World (Cittadini del mondo) aderendo al pensiero e all’esperienza di Garry Davis. Dopo aver tentato invano di istituire il centro dei Cittadini del mondo a Delfi e a Cipro, sceglie di farlo nascere al castello di Rocca Sinibalda. Alla fortezza, ridisegnata da Baldassarre Peruzzi nella prima metà del Cinquecento e situata a pochi chilometri da Rieti, Caresse giunge per la prima volta nell’estate 1949 insieme al suo amico, artista e scultore, Pietro Lazzari. In seguito, dopo averlo inizialmente preso in affitto, decide di acquistarlo all’inizio degli anni Cinquanta acquisendo così il titolo di principessa. Caresse resterà proprietaria del castello per una ventina d’anni, fino al 1970 quando lo mette in vendita poco prima di morire.

Due filmati de «La settimana Incom», uno del giugno 1950 e uno dell’ottobre 1962, testimoniano la trasformazione del castello operata da Caresse. La fortezza zoomorfa diventa uno spazio di inclusione e condivisione, un rifugio in cui mettersi in ascolto con l’altro, un’oasi in cui convivono uomini e donne provenienti da tutto il mondo. Qui l’arte e la pace trovano il loro habitat ideale, qui si incontrano e lavorano scrittori, pittori, scultori, attori e musicisti. C’è uno scambio continuo tra la castellana, i suoi ospiti e gli abitanti di Rocca Sinibalda. In una delle immagini Caresse dichiara: «La bandiera […] rappresenta il simbolo della pace. La mia idea è di elevare questo castello a capitale del Mondo della Pace. Mi aiutano gli amici artisti e letterati diffondendo il mio appello di serenità e amore per tutti i popoli». Così nel castello a forma di scorpione o di aquila si genera un centro propulsivo che irradia fratellanza, meraviglia e purezza. Un’utopia, ma al tempo stesso una possibilità che l’uomo d’oggi difficilmente avrebbe saputo cogliere.