Il progetto consiste nella realizzazione di contributi per una restituzione fisica e digitale sul sito di Didattica Luce in Sabina, espressione di un laboratorio di studio, schedatura archivistica e riuso critico e creativo incentrato sull’archivio privato della Famiglia Vincentini dell’Archivio di Stato di Rieti.
Il laboratorio si apre con un incontro di approfondimento finalizzato alla conoscenza dell’Archivio Storico Luce, dell’archivio privato individuato presso l’Archivio di Stato di Rieti e di alcuni snodi teorici e di alcune esperienze emblematiche riguardanti la catalogazione del patrimonio audiovisivo e la valorizzazione delle foto di famiglia. A questo appuntamento seguono due fasi. Nella prima gli studenti si confrontano con gli oggetti fotografici per descriverli, analizzarli, contestualizzarli, metterli in relazione con altri documenti del fondo Vincentini e dell’Archivio Storico Luce. La seconda fase consiste nell’elaborazione delle informazioni raccolte sulla base dell’ipotesi di riuso dei materiali dell’archivio privato e della sua restituzione pubblica. In tal senso è ipotizzabile come risultato del processo un percorso espositivo fisico e digitale che contempli narrazioni in formato testuale, grafico, audiovisivo.

Il Fondo Famiglia Vincentini (1545 – 1974)
Il complesso archivistico è stato dichiarato di interesse storico particolarmente importante il 27 ottobre 1982 dalla Soprintendenza archivistica per il Lazio. Nel 1987 Maria Neve Borgogelli Avveduti ha fatto richiesta di deposito della documentazione presso l’Archivio di Stato di Rieti. Il procedimento si è concluso con l’autorizzazione del 3 marzo 1987 e con il trasferimento fisico dell’archivio, fino ad allora custodito in parte a Rieti e in parte nel castello di Montenero, nell’agosto dello stesso anno. Insieme con le carte è pervenuta all’Archivio di Stato anche una porzione minima del patrimonio librario familiare, formata prevalentemente da libri scolastici, atlanti geografici e spartiti musicali. Ulteriore documentazione, incluse quattro buste di fotografie dei secc. XIX – XX, è stata ricevuta nel 1994 a completamento del deposito. Il materiale è stato riordinato e descritto da Marilena Giovannelli.
La documentazione è articolata in tre grandi sezioni: famiglia; possedimenti; carteggio.
La prima costituisce la parte più antica del fondo e riguarda il casato e la sua storia. Le serie in cui è ripartita sono: alberi genealogici (alberi genealogici, genealogie, fedi di battesimo, ecc.); storie e memorie di luoghi e di persone; concessioni sovrane; documenti onorifici, primogeniture; istrumenti diversi (testamenti, inventari, doti, ecc.); liti, cause (tra membri della famiglia o con enti e istituzioni); affari economici (ricevute, censi, ipoteche, libretti di spesa, ecc.); nomine, incarichi pubblici; personaggi; oggetti diversi (editti, bandi, autografi, ecc.).
La seconda sezione, riguardante i beni della famiglia e la loro amministrazione, si articola in due serie: amministrazione dei possedimenti; agenzie. Il discrimine tra le due è dato dalla razionalizzazione della gestione del patrimonio familiare, avvenuta nel sec. XIX, che segnò il passaggio dalla conduzione unitaria dei beni alla suddivisione dei possedimenti in agenzie dipendenti dall’amministrazione societaria con sede a Roma: quella di Rieti, quella di Roccantica, quella di Scandriglia e quella di Montenero. Tra i documenti compresi in queste serie si annoverano giornali di cassa, conti correnti colonici, libri mastri, libri del movimento dei generi, libretti colonici, ecc.
Quanto al ricco carteggio familiare, esso è diviso in tre serie: lettere indirizzate alla famiglia; lettere spedite; carteggio sulle tenute.
Accanto a questi cospicui nuclei documentari si collocano infine la miscellanea, le carte geografiche, un centinaio di piante catastali talvolta di pregevole fattura, le raccolte di leggi e le pubblicazioni inerenti all’attività economica e alle funzioni svolte dagli esponenti del casato.