LAURA CIACCI E EDOARDO ISNENGHI: I PRODOTTI DEL TERRITORIO TRA “LE TRE PORTE” E “CAMPAGNA SABINA”

di Andrea Scappa

Nel cuore di Rieti, a pochi passi dal fiume Velino, in via della Verdura, sorge “Le tre porte”. L’edificio di due piani, ex cereria della città di proprietà della famiglia Bassetti, viene scelto nel gennaio 2014 da Laura Ciacci e da suo marito Edoardo Isnenghi insieme agli altri soci della cooperativa “Campagna sabina” di cui fanno parte, per trasformarlo, attraverso un accurato progetto di riqualificazione, in spazio generativo, propulsore e aggregante per «un’economia locale basata su cibo, turismo e cultura». L’intento è proprio quello di far conoscere e far apprezzare i prodotti del territorio reatino offrendo un’esperienza che porti l’abitante del posto o il turista a toccare con mano le eccellenze agroalimentari al primo piano per poi gustare quei prodotti al secondo piano nell’osteria. Il percorso può essere anche inverso.

Laura ci tiene molto a ribadire: «La provincia di Rieti ha 126 prodotti tipici censiti dall’Agenzia regionale per l’agricoltura, nel Lazio siamo la provincia con il maggior numero di prodotti tipici. Essere prodotto tipico vuol dire essere espressione di agrobiodiversità del territorio, di una storia enogastronomica, di capacità artigianale e vuol dire che, se i prodotti sono 126, i piccoli produttori che li coltivano, li lavorano e li trattano sono molti di più. Con “Campagna sabina” abbiamo creato una rete con più di cento produttori della provincia. Lo sforzo è di mantenerli insieme, di essere il punto di valorizzazione, di essere a loro disposizione in un’ottica di servizio, di supporto al loro lavoro e di supporto alla comunità quindi creando un modello di impresa sociale che consenta di sostenere i costi e in cui il bene sia anche un bene comune». La tipicità dei prodotti locali viene interpretata scovando le loro potenzialità inespresse attraverso la sperimentazione e la contaminazione. In tal senso Edoardo è riuscito a conferire un’inedita connotazione ad alcune materie prime della zona, creando ad esempio la “reatigiana”, una parmigiana di melanzane in cui c’è il primo sale al posto della mozzarella o lavorando la trota con la marinatura alla svizzera che si usa per il salmone.

Tra le tante esperienze che mantengono viva, arricchiscono e consolidano la prospettiva di “Campagna sabina” e de “Le tre porte” ce ne sono due nello specifico in cui il passato si fa meravigliosamente futuro. La prima è stata quella di Expo 2015, che ha visto coinvolti le comunità montane del Turano e del Cicolano, sedici comuni della provincia reatina, i produttori locali, i ristoratori, l’Istituto alberghiero e alcune associazioni del territorio (Arci, Caritas). Impiegando un finanziamento ottenuto da Expo l’obiettivo è stato di provare a fare rete costituendo un modello economico fondato sulla condivisione. Così nell’arco di un semestre, con cadenza mensile e ogni volta in un comune diverso, sono stati organizzati momenti che hanno previsto «la presenza dei produttori, una determinata proposta enogastronomica ed itinerari di valorizzazione culturale e turistica legati a quel territorio». Al termine dei mesi è avvenuta una restituzione dell’esperienza negli ultimi giorni di Expo a Milano. La rete, inaugurata in quella occasione, ha permesso di conoscersi lavorando insieme e gettando le basi di quelle relazioni che continuano a esistere sul territorio e a svilupparsi anche e soprattutto a “Le tre porte”. L’altro progetto invece è in fase di avvio. Si tratta della creazione di un giardino medievale attorno al castello di Rocca Sinibalda, una vecchia idea di Edoardo che, accolta dall’amministrazione di quel comune, finalmente trova forma e realizzazione. La volontà di Edoardo è di «rappresentare quello che mangiavamo nel passato prima della scoperta dell’America, tenendo conto che la cucina mediterranea ha ben poco a che vedere con il mediterraneo del passato perché è a base di pomodoro, patata e peperone, prodotti importati qui da noi».