a cura di Patrizia Cacciani
Tra le carte dell’Archivio Storico Luce, nel fondo Giacomo Paulucci di Calboli Barone, c’è il comunicato numero 6 del 21 febbraio 1939 a firma del direttore generale Giuseppe Croce: «Porto a conoscenza del personale dipendente che il Dopolavoro cinematografico dell’Urbe ha organizzato una gita al Terminillo per domenica 26 corrente. Partenza da piazza Esedera alle 6.30 e ritorno a Roma alle 21. La quota è di lire 14, colazione al sacco. Per le prenotazioni rivolgersi al Dopolavoro Cinematografico via Agostino De Pretis, 50».
Il comunicato dell’Istituto ci racconta che il Terminillo nel 1939 aveva raggiunto l’obiettivo di essere il polo turistico montano dei Romani, come Ostia lo era con il mare. La vacanza nazional popolare che la politica del regime fascista sosteneva fortemente, in particolare attraverso l’Opera Nazionale Dopolavoro, per affrontare la terribile pressione fiscale che nel 1934 aveva raggiunto i suoi massimi, a seguito della crisi mondiale del 1929.
Nel 1933 Mussolini ordina al podestà A. Mario Marcucci, di costruire la strada statale Salaria 4 bis per il Terminillo, fino a Pian di Rosce a 1.080 metri sul mare. I lavori proseguiranno spediti e nel 1939 la stazione sciistica è completa di tutti i servizi indispensabili per praticare gli sport invernali e per vacanze e brevi soggiorni.
Tra i cinegiornali realizzati nell’arco temporale 1934-1939, ne ho scelti tre tra il 1937 ed il 1938: l’inaugurazione della chiesa della Madonna della Vittoria, unico momento severo della propaganda perché la chiesa è dedicata al tenente degli alpini Efrem Reatto, morto in combattimento il 27 febbraio 1936 nella Guerra d’Etiopia, una gita di dopolavoristi e l’inaugurazione della nuova funivia che unisce Pian de le Valli a Terminilluccio.
Per l’inaugurazione è presente Ludovico Spada Veralli Potenziani, il deus ex machina dell’operazione turistica, che da governatore di Roma aveva realizzato la via del Mare verso Ostia. Potenziani ebbe un ruolo attivo nello sviluppo di Rieti e del suo territorio. Nel 1915 organizzò i soccorsi per il terremoto della Marsica, che aveva colpito Avezzano e numerosi centri del Reatino; nel 1923 si adoperò per l’alluvione che interessò la zona di Rieti e, in quella circostanza, incontrò per la prima volta Mussolini, al quale consegnò un lungo elenco di provvedimenti indispensabili per il territorio, alcuni dei quali vennero avviati già l’anno successivo. Tra la fine degli anni ’20 e la prima metà degli anni ’30 si tornò a riproporre con forza la realizzazione della tratta ferroviaria Rieti-Fara Sabina, che poi non venne mai realizzata, e si avviarono i lavori per la realizzazione delle importanti opere idrauliche per la realizzazione dei due invasi artificiali del Salto e del Turano i cui lavori si conclusero tra il 1938 e il 1940; fu inoltre creata una fabbrica di seta artificiale a Rieti, che portò occupazione anche nella provincia. Dieci anni dopo fu la volta della filovia del Terminillo, la cui costruzione fu realizzata da Potenziani e dal conte Giambattista Caproni, imprenditore e pioniere dell’aeronautica militare e civile italiana.
Con lo stesso stile narrativo il documentario “La montagna di Roma”. Non prodotto dall’Istituto Luce, ma presente in Archivio nella collezione delle piccole società di produzione. In questo caso realizzato da due giovani: Dino Sant’Ambrogio, direttore di produzione, e Carlo Nebiolo, diplomato direttore della fotografia al Centro Sperimentale di Cinematografia nel 1938 insieme a Pietro Germi, di cui sarà operatore in diversi lavori. E’ un inno alla bellezza dei luoghi e al divertimento giovanile. Un brevissimo commento sonoro introduce al Terminillo raccontando delle funivie per arrivare alle piste da sci, corredato da grafico esplicativo, ma per tutto lo svolgimento del soggetto risuona un delicato e gioioso commento musicale. Ed una piccola storia fa da sfondo: una coppia di innamorati.