L’ACQUA DEL PESCHIERA: UNA RISORSA PREZIOSA DELLA PROVINCIA DI RIETI

a cura di Patrizia Cacciani 

Il 23 ed il 24 settembre sono le Giornate Europee del Patrimonio. Il titolo di quest’anno è “Cultura e natura”. In un luogo come la Sabina ed il Reatino la scelta di raccontare la natura, attraverso le immagini del Luce, non poteva che passare per l’acqua. Elemento di cui il territorio è ricchissimo. Le immagini che vi presentiamo mostrano la storia dell’Acquedotto Peschiera – Capore. Le sorgenti del Peschiera sono situate a 7 km da Cittaducale, sulle pendici del Monte Nuria  e sono costituite da una grande caverna natale di origine carsica, di circa 20 m di diametro. L’acqua che scaturisce perennemente dall’interno della caverna e da una lunga rete di cunicoli (circa 1.500 m), capta le acque di falda dall’interno del monte. Le acque della “polla centrale” e delle gallerie confluiscono in una grande galleria collettrice dalla quale ha inizio l’acquedotto. Il Peschiera ha una portata massima di 9.500 l/s (litri/secondo) e impiega circa 24 ore per arrivare a Roma. Il primo tratto dell’acquedotto (cosiddetto “superiore”) è di circa 26 km, ed è stato realizzato in galleria  (sezione di m 2,85×2,70) e termina nella centrale idroelettrica di Salisano.

L’acqua potabile che arriva dal Peschiera, sfrutta un salto di 240 m per produrre energia nella centrale di Salisano. Nella centrale, oltre alle acque del Peschiera, confluiscono anche quelle delle Capore, che hanno una portata di 5.500 l/s e che, anch’esse, sfruttando un salto di 80 m, vengono utilizzate per la produzione di energia elettrica. Le acque delle sorgenti delle Capore, scaturiscono in un tratto di fondo della valle del fiume Farfa (Comune di Frasso Sabino). Dalle vasche di captazione, le acque scorrono attraverso una galleria di deviazione a “pelo libero” della lunghezza di 7 km e confluiscono nell’acquedotto del Peschiera prima di arrivare a Roma.  Dal “nodo” di Salisano, parte il tronco inferiore del sistema Peschiera-Capore chiamato “destro”. Completato nel 1957, ha uno sviluppo di 59 km, di cui 52 in galleria a “pelo libero” con una capacità di trasporto di 5.500 l/s. Alcuni tratti sono stati realizzati con condotte in pressione al fine di superare le grosse difficoltà altimetriche che si incontrano nella valle del Tevere. Dal manufatto bipartitore della centrale di Salisano, ha inoltre inizio il secondo tronco inferiore del sistema Peschiera-Capore chiamato “sinistro”, che si delinea su un tracciato di circa 33 km (di cui 28 in galleria) con una capacità di trasporto di 10.000 l/s, che arriva fino alla vasca di carico di Collelungo da dove le acque proseguono utilizzando due tubazioni in pressione della lunghezza di 5 km e arrivano al nodo di smistamento di Monte Carnale. Da quest’ultimo, partono due adduttrici: la prima per il centro idrico Cecchina e l’altra per il centro idrico Torre Nova.

Nel 1949 è stata costruita in piazzale degli Eroi a Roma la “fontana di mostra” dell’acquedotto Peschiera. Realizzata con una grande vasca circolare con bordo rialzato, racchiude una composizione a più livelli a base ottagonale. L’idea di celebrare con una fontana-mostra l’inaugurazione di un acquedotto viene mutuata ancora una volta dalla tradizione del passato e la fontana, che rappresenta l’ultima fontana di mostra degli acquedotti romani, si ispira nella forma alla fontana delle Najadi, mostra dell’acqua Pia Antica Marcia realizzata tra le fine dell’800 e l’inizio del secolo successivo. Edificata velocemente in vista dell’Anno Santo del 1950, la fontana in piazzale degli Eroi ha evidenziato da subito un aspetto modesto e provvisorio; era infatti prevista la sua sostituzione entro il 1992, con una mostra più adeguata su piazzale Clodio, mai realizzata. È costituita da una grande vasca circolare all’interno della quale si erge una composizione a più livelli a base ottagonale. La struttura centrale presenta i lati maggiori concavi, in cui si aprono valve di conchiglie; il suo effetto scenografico è in realtà costituito dai numerosi giochi d’acqua che coronano l’alto zampillo centrale.