IL GUADO: L’ORO BLU DELLA PIANA REATINA

Il guado è probabilmente una pianta di origine asiatica e fu introdotta in Italia e in Europa dai Fenici. Fu ampiamente coltivato dall’epoca romana all’età moderna quando la coltura si ridusse fino quasi a scomparire a causa dell’importazione dell’indaco dai paesi asiatici. Nel reatino la pianta ebbe particolare sviluppo nei primi anni del 1800 durante la seconda repubblica francese (1809 – 1810) in quanto Napoleone Bonaparte non potendo più acquistare l’indaco dall’Asia a causa del blocco navale degli inglesi, fu costretto a far coltivare nei suoi territori e in quelli di sua influenza. L’indaco, prima dei blocco navale, era estratto da una pianta chiamata indicofora. Gran parte della piana reatina, dunque, fu coltivata in quel periodo a guado con tecniche innovative per l’epoca riguardo la conservazione delle foglie: addirittura i francesi non riuscirono a copiare la metodologia. La pianta del guado è presente allo stato spontaneo in quasi tutte le regioni italiane con l’esclusione delle regioni del nord-est.

Nella piana reatina la coltivazione dell’indaco fu molto redditizia anche perchè l’ecotipo del guado coltivato nell’area dello storico Lacus Velinus forniva il colore indaco più bello e brillante. Durante il periodo napoleonico a Rieti erano coltivati a guado circa 1000 ettari. Un’industria davvero molto redditizia che ha permesso a Rieti e le zone limitrofe di essere la maggiore produttrice di questa pianta tintorea. Infatti diversi carichi di foglie, l’indaco si estrae dalle foglie verdi mature esterne, partivano alla volta di Genova dove v’era il più grande centro di stoccaggio della produzione Italiana.

Nel corso del tempo, anche per via dell’avvento dei coloranti chimici, la coltivazione del guado andò scemando per poi scomparire definitivamente non solo in ambito nazionale ma anche locale nella piana reatina. Quasi per caso un professore reatino, Alberto Lelli, stimolato da un suo studente, iniziò delle ricerche sulla storia del guado a Rieti e nella piana reatina. Dalla passione del professore, con la collaborazione della Riserva dei Laghi lungo e Ripasottile, è nata una coltivazione sperimentale di guado proprio a ridosso del lago di Ripasottile.

Abbiamo incontrato Alberto Lelli proprio nel “suo” orto sperimentale nella riserva dei Laghi e ci ha rilasciato un’ intervista che di seguito potete vedere. Assieme a lui abbiamo intervistato Maria Antonietta Cordisco e Stefania Pastorelli della Riserva dei Laghi Lungo e Ripasottile.