a cura di Egisto Fiori
A Torricella in Sabina, dove da tempo è residente, abbiamo incontrato Ugo Fangareggi, noto attore teatrale, cinematografico, televisivo e regista. «Sono contento di quello che ho fatto. L’unica cosa è che è passato prestissimo. Mi ricordo quello che diceva Hemingway. Mi sono seduto al bar a prendere un caffè che avevo vent’anni. Mi sono alzato per fare una telefonata, ne avevo già settanta» confessa l’artista genovese. Si rammenta solo che, utilizzando a volte anche diversi pseudonimi, ha partecipato ad un centinaio di film, diretti, sovente, da nomi celebri della regia cinematografica tra cui Lucio Fulci, Ettore Scola, Dino Risi, Mario Monicelli, Federico Fellini, Dario Argento. Sul suo esordio a teatro e l’immediato approdo al cinema racconta: «A Genova avevo messo su questa compagnia amatoriale. Aprii il giornale e lessi che il Teatro Stabile di Genova cercava degli attori in zona. Gli attori di solito li prendevano o da Roma o da Milano perché a Genova non c’era nessuna scuola. Allora io ho subito chiuso il giornale, ho guardato mia madre e mio padre e non dissi nulla. Ho chiesto il permesso a Laboratorio dove lavoravo e andai a fare il provino e Luigi Squarzina mi prende. “Vai bene, tu hai già recitato, hai una bella faccia!” e mi scritturò come attore professionista per Ciascuno a suo modo e lì conobbi Alberto Lionello, Lidia Alfonsi, Eros Pagni, Mario Valdemarin. Fu il primo lavoro che feci e, appena arrivai a Roma quando al Teatro Valle si chiuse la compagnia, andai a distribuire la mia foto a varie agenzie. Di lì mi chiamò per la prima volta Mario Carotenuto e mi fece fare il primo pezzettino, Colpo gobbo all’italiana di Lucio Fulci, una parte piccola, ma molto bella.»
Tantissimi sono naturalmente, anche gli attori che ha frequentato e con cui ha lavorato, da Carmelo Bene, Vittorio Gassman a Gian Maria Volonté, con cui ha recitato anche nell’indimenticabile L’armata Brancaleone, film del 1966, diretto da Monicelli. Sullo straordinario rapporto avuto con Volonté Fangareggi rivela una serie di aneddoti: «Gian Maria Volonté era una persona straordinaria. Io lo conobbi prima di Brancaleone quando c’era Pietrangeli che girava La Parmigiana a Rimini con la Catherine Spaak dove lui venne a colloquio con Pietrangeli e io lo incontrai in albergo e lì ci conoscemmo. Tra l’altro io avevo già visto un suo lavoro con Giancarlo Sbragia (insieme a una Compagnia famosa), gli feci i complimenti. Io sono venuto qui per dire a Mastroianni che non posso fare questo film, sono impegnato in altri, ecc. Per cui è stato molto carino ad avvertire, a venire di persona, a dire che non faceva questo film i cui poi prese la parte Lando Buzzanca. Poi lo rincontrai in Brancaleone e lì fu un miracolo perché tra l’altro c’era Mario Cecchi Gori che voleva assolutamente Gian Maria Volonté in previsione del fatto che lui stava girando o aveva appena girato Per un pugno di dollari. Quindi il gran Mario Cecchi Gori voleva Gian Maria, sapeva che il film di Sergio Leone avrebbe avuto successo. Infatti, quando io lo ribeccai e ci rincontrammo con Gian Maria fu un momento in cui davano dopo venti giorni, un mese, la prima di Per un pugno di dollari in un cinema di Roma. Andammo io e lui di nascosto a vedere questo film. Poi con Gian Maria, siamo andati in macchina, ti vengo a prendere io.
A lui piaceva molto giocare a poker e una volta disse a uno: “Se fai in un quarto d’ora questa collina da qui a lì ti abbono quello che mi devi.” Allora io gli dissi “Lo faccio io Gian Maria che ti devo dare quindici mila lire!”. E lui: “Va bene, fallo tu! Dai, avanti, parti!”. E insomma andai avanti e indietro e mi abbonò. È stato un rapporto meraviglioso». Non sappiamo con precisione a quando risalga il rapporto con il nostro territorio ma già è possibile ricordare, nei primi anni ’80, una sua straordinaria interpretazione, come mimo, al teatro Vespasiano di Rieti. Ugo, genovese di origine, ha scelto la Sabina come punto di riferimento e negli ultimi anni ha anche dato vita ad una scuola teatrale amatoriale con sede ad Ornaro, frazione di Torricella in Sabina.
Ringraziamo Edoardo Spallazzi per averci accompagnato nell’intervista con Ugo Fangareggi e gli facciamo i nostri migliori auguri per la Compagna teatrale “Gli indipendenti di Ugo Fangareggi”.