EGISTO FIORI: UN RAGAZZO DEL ’99

di Egisto Fiori_

«Li ho visti i ragazzi del ’99, andavano in prima linea cantando. Li ho visti tornare in esigua schiera, cantavano ancora!» (Armando Diaz)

«Quando scoppia la guerra sono poco più che bambini, tre anni dopo saranno in trincea: sono i ragazzi  del 1899, l’ultima classe di leva richiamata alle armi per la Prima Guerra Mondiale».

Qui una interessante sintesi audiovisiva sul sito di Rai Storia.

Partirono per il fronte non avendo spesso, compiuto i diciotto anni. Rappresentarono l’estrema risorsa per un esercito che soprattutto dopo la disfatta di Caporetto, era in profonda crisi. L’ultima leva, quella dei nati nel 1899, si rivelò determinante e divenne, anche per il suo ardimento in battaglia, leggendaria.  Molti furono i riconoscimenti ufficiali tributati a quei ragazzi, i canti che li celebrarono e anche il poeta Gabriele D’Annunzio volle ricordarli con i suoi versi.

Tra i tanti della classe ’99 richiamati precocemente, considerati vera e propria “carne da cannone”, ci furono naturalmente, anche i giovani del nostro territorio. Le loro vicende personali s’intrecciarono con i grandi fatti storici, con le sorti di un conflitto che provocò milioni di morti ma anche, non di rado, con gli accadimenti successivi alla Grande Guerra che videro diversamente protagoniste le associazioni di ex combattenti.

Il materiale messo a disposizione su questo argomento, per il progetto Didattica Luce in Sabina, è tratto dall’archivio di famiglia e si riferisce alla partecipazione di mio nonno paterno, Egisto Fiori, al primo conflitto mondiale. Essendo deceduto nel 1963, serbo solo vaghi ricordi personali ma i documenti presentati, possono essere utili a sottolineare alcuni aspetti particolari della Grande Guerra.

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L’immagine che proponiamo in questa pagina, è quella di un ragazzo del ’99, facente parte dei primi arruolati nel 1917. Il fante ritratto è Egisto Fiori, nato l’ 11 marzo 1899 a Petrella Salto, allora in provincia de L’Aquila, e partito per il fronte il 14 febbraio 1917, non ancora diciottenne.

Renzo Fiori, fratello maggiore d’età e in seguito nominato Cavaliere di Vittorio Veneto, era stato già richiamato da tempo. Entrambi i fratelli, pur avendo vissuto le battaglie più sanguinose, riuscirono a scampare alla mattanza della Grande Guerra.

Egisto Fiori, destinato al 112° reggimento di Fanteria facente parte della brigata Piacenza, partecipò in prima linea, ai principali eventi bellici dell’ultima fase del conflitto. I ragazzi del ’99 furono in particolare, protagonisti di tre battaglie decisive, che capovolsero le sorti del conflitto: la “battaglia d’arresto” a cavallo fra il Trentino e il Veneto il 10 novembre 1917, quella del “solstizio” a metà giugno del 1918 e la “battaglia di Vittorio Veneto” fra il 24 ottobre e il 3 novembre 1918.

La fotografia precedente che lo ritrae, secondo alcune testimonianze di parenti, è stata scattata proprio nel giorno del diciottesimo compleanno ed inviata successivamente alla famiglia. L’immagine originale era di piccolo formato ma fu fatto realizzare un ingrandimento ad Hamilton, nel giugno del 1917.

Questo particolare si apprende da quanto riportato nel retro della foto da Felice Fiori, fratello di mio nonno, emigrato in Canada.

Nel retro, è percepibile destinatario ed indirizzo : Sabatino Fiori, Petrella Salto, l’Aquila. Si ricorda che il territorio del Cicolano fu annesso alla provincia di Rieti, nel momento della sua istituzione e quindi nel  decennio successivo a quello di riferimento. In questa fotografia si concentra il dramma della guerra e dell’emigrazione ma anche del terremoto della Marsica del 1915 che colpì tragicamente anche il Cicolano. Nonostante i lutti e la distruzione, i giovani, spesso anche feriti durante il sisma, furono richiamati. Mio nonno fu arruolato il 14 febbraio del 1917. Il destino ha voluto che morisse nella stessa data, molti anni più tardi. Fu assegnato, come sopra scritto, al 112° Reggimento di Fanteria. Lo testimonia, nella prima foto, il copricapo militare appoggiato sul piccolo tavolo di scena, adornato con fiori finti. Il ritratto, inserito in una scenografia borghese, sembra emanare serenità, ma le scarpe infangate, la rigidità della figura, lo sguardo quasi sprezzante, probabilmente teso a rasserenare i genitori, rivelano una realtà, quella della guerra, ben diversa.

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Poco so della foto che ritrae mio nonno, l’unico seduto, con altri due commilitoni. Sicuramente è stata scattata più tardi perchè sono evidenti i gradi militari sulla divisa e i baffetti che porterà per il resto della sua vita. Sullo sfondo dipinto, a destra, s’intravede una colonna con statua, forse quella della Vittoria. Tutto rende probabile una datazione riconducibile al 1919. Il retro della fotografia, utilizzabile come cartolina postale, presenta scritte in inglese, fatto che rende presumibile, ancora una volta, la stampa in uno studio fotografico sito all’estero. Gli sguardi dei protagonisti della foto, sono emblematici, quasi assenti. Sono gli occhi di chi ha visto. Sono gli occhi dei sopravvissuti.

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I ragazzi del ’99 furono chiamati alle armi dopo la disfatta di Caporetto del 24 ottobre 1917, in un momento di gravissima crisi per il Paese e per il Regio Esercito. Furono utilizzati per rinsaldare le truppe del Piave, del Grappa e del Montello, permettendo all’Italia la riscossa. Ad un anno esatto da Caporetto, l’esercito italiano entrò vittorioso a Vittorio Veneto. A partire dal primo dopoguerra, il termine “ragazzi del ’99” si radicò ampiamente nella storiografia e nella pubblicistica italiana. A questi giovani si riferiscono numerosi canti, nati nelle trincee, ancora oggi conosciuti.

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Tra la documentazione rinvenuta, particolare è la ricevuta di una polizza INA, a favore dei militari combattenti, stipulata da mio nonno, in favore del genitore Sabatino. Sul portale Europeana 1914-1918 è possibile trovare documentazione analoga, con foto di ragazzi del ’99, commentati dai parenti (in calce alla pagina i documenti e i link ad altri post).

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Per i loro meriti, i ragazzi del 99 ottennero l’ Encomio dell’Esercito da parte del Comando supremo militare italiano del Regio Esercito Italiano (citato sul Bollettino Militare del 22 novembre 1917). Con Circolare n° 639 dell’8 novembre 1923, pubblicata sul Giornale Militare Ufficiale – Dispensa n° 51 del 9 novembre 1923 a Pag. n° 1468, l’Encomio dell’Esercito si commutò in una Medaglia o Croce al Valor Militare. L’immagine precedente riporta le note personali riguardanti il servizio militare.

Tra le immagini reperite, ho proposto la riproduzione digitale di riconoscimenti e di croci al merito di cui Egisto Fiori fu insignito.

Tra il materiale reperito, ci sono vari opuscoli per l’addestramento militare utilizzati da mio nonno, sia nel periodo bellico, sia successivamente, fino al 1920. Grazie alle copertine di questi manuali, possiamo renderci conto di alcune specifiche attività militari dell’epoca, quali il tiro di fucileria contro dirigibili ed altre macchine volanti , la telegrafia a segnali e l’uso delle mitragliatrici.

Come già riportato, i fratelli Fiori riuscirono a scampare alla morte durante la prima guerra mondiale. La famiglia però, come molte altre, non tardò a versare il suo contributo di sangue nei conflitti successivi.

Tra i caduti, si ricorda il Carabiniere Berardino Tribuzi, cognato di Egisto Fiori, risultato “disperso nelle acque greche”. Ma questa è un’altra storia…