Canzoni alla finestra_2

di Egisto Fiori

Questa rivista, nel sondare le storie e i tanti sentieri di ricerca che il nostro territorio offre, si è già imbattuta nell’avventura artistica di Raffaello Simeoni, ambasciatore nel mondo delle nostre vive radici, sempre attualizzate e ripensate dal cantore e polistrumentista reatino. Difficile selezionare un brano dal suo vastissimo repertorio ma la nostra attenzione si è posata su La città mea, traccia presente in Orfeo incantastorie, suo ultimo lavoro prodotto nel 2018 per la label Finisterre. «Questa è la città mea / la rivoglio / è mea / mi spetta / è la vita mea / m’aspetta». Nei pochi versi sottratti ad un testo più complesso, si erge una esplicita rivendicazione che si apre a tanti possibili percorsi interpretativi ma in questo momento sospeso e di attesa, di forte denutrizione sociale e di luoghi divenuti inaccessibili, possiamo, a posteriori, aggiungere una lettura in più, un senso di appartenenza alla propria città ideale intesa non solo come radice, come riferimento geografico ma soprattutto come luogo complesso e privilegiato di relazionalità che, nel caso del brano di Raffaello, diventa anche un portale temporale e occasione di confronto ed incontro. Ci ripetiamo e ci ripetono di stare a casa ma quella casa, per chi ce l’ha, non sempre è solo un familiare cortile in cui proteggerci. La città mea si apre con un omaggio alla tradizione ma fluisce in un rap, la voce inconfondibile di Raffaello Simeoni si alterna a quella di Edoardo Basile, gli strumenti di varia provenienza si ritrovano, ognuno con la loro storia e personalità in una casa universale costruita con i ciottoli dei tanti cammini. In questa casa comune eppur intima, vive un passato/futuro, scorre un tempo indefinibile di affermazione e di ridefinizione, una possibilità concreta per ridisegnare il domani.

Raffaello Simeoni è cantante, compositore, musicista, ricercatore e innovatore della tradizione popolare. Figlio della Sabina e ambasciatore nel mondo del suo patrimonio musicale, suona flauti moderni, antichi e tradizionali, cornamuse, organetti, oboi e ciaramelle, liuti medievali e arabi, ghironda e chitarra. Appassionato sin da adolescente di gruppi come Jethro Tull oppure di ensemble andini come Inti-Illimani e Quilapayún, ha sempre spaziato tra i generi musicali, alternandosi tra fiati, mantici e corde. A partire dalla seconda metà degli anni Ottanta, dopo l’esperienza dei Neogrigio, riconducibile alla “scena fiorentina” dell’epoca, è stato impegnato nella promozione della World Music, prima come cantante polistrumentista del gruppo Novalia e poi come solista, sperimentando numerosi linguaggi musicali. Ancor oggi cura la divulgazione della musica appartenente alle numerose tradizioni del mondo con l’intento di favorire anche l’aggregazione sociale e la conoscenza dei valori insiti nella cultura popolare, e mostrando un particolare sguardo verso la tradizione italiana e le radici  culturali della Sabina e del centro Italia. Dal 1985 fino al 2000 con l’associazione “Griot” e poi con “Mundus” viene costantemente coniugata l’attività di ricerca e di studio con una densa programmazione di concerti spesso  accompagnati da nomi anche celebri della musica italiana e internazionale e da diverse formazioni.  All’attività live svolta nelle piazze, nei teatri, nei luoghi di aggregazione sociale, nelle scuole di ogni ordine e grado, si accompagna un’intensa attività formativa attraverso la proposta di  laboratori che interessano il mondo della world music, il canto popolare, gli strumenti tradizionali e quindi  la loro provenienza, costruzione e evoluzione. L’artista reatino ha una copiosa discografia alle spalle. Questa racchiude un’esperienza pluridecennale in cui è possibile ascoltare le sonorità elettroniche in Lp o musicassetta dei primi anni Ottanta fino al risultato più maturo di una ricerca costante e coerente. Impossibile o quasi, sarebbe elencare tutte le collaborazioni con artisti italiani e stranieri, i festival internazionali e le iniziative musicali e culturali a cui Raffaello Simeoni ha partecipato in questi ultimi decenni. Oltre ai 7 dischi realizzati con i Novalia, segnaliamo un live del 2010  e poi Controentu del 2005, A Sud del mondo prodotto nell’anno seguente, Mater Sabina del 2009 e Terre in vista del 2012, lavoro realizzato  con la partecipazione di Massimo Giuntini. Nel 2018, come già riportato, è uscito Orfeo incantastorie, disco che, ancora una volta, offre un incontro straordinario di strumenti e di artisti di diversa provenienza.