1966-1969: DAL FESTIVAL DEI COMPLESSI ALLA PARATA DI PRIMAVERA

a cura di Andrea Scappa

Il 18 gennaio 1966 sulla pagina locale del quotidiano «Il Messaggero» si comincia a parlare del regolamento di un Festival dei complessi che si sarebbe dovuto tenere nell’aprile di quell’anno al teatro Flavio Vespasiano di Rieti. L’idea è di realizzare una competizione musicale che prenda spunto da alcuni fratelli maggiori in questo ambito: Sanremo, Castrocaro e il Cantagiro.

Il principale artefice dell’operazione è Elio Palumbo, che dopo essere stato regista di alcune trasmissioni della RAI e produttore discografico de “I Giganti”, è in quegli anni responsabile organizzativo dell’OIS, l’Organizzazione Internazionale Spettacoli. Palumbo trascorre i primi mesi del 1966 tra Roma e il capoluogo sabino, lavorando alacremente nell’ombra: fa opera di mediazione, risolve le criticità, lascia trapelare poche puntuali notizie e la stampa locale se ne lamenta. Così, dalle pagine dei giornali, man mano si viene a sapere come la competizione sta prendendo forma. La RAI non manderà in onda l’evento ma lo riprenderà per le rubriche Cronache italiane, TV7 e Cordialmente. Ad un certo punto emergono difficoltà economiche scongiurate grazie all’interessamento di Achille Corona, il Ministro per il Turismo e lo Spettacolo, che mette a disposizione 3 milioni e mezzo accanto al milione e mezzo del Comune di Rieti.

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Il palcoscenico del Flavio Vespasiano accoglie una scenografia in stile optical con quattro pedane sulle quali prendono posizione man mano i vari complessi. Nel corso di tre serate, dal 28 al 30 aprile, il Festival dei complessi, condotto da Enza Sampò con la regia di Lino Procacci, vede per la categoria A sfidarsi con brani inediti i più importanti gruppi della musica beat italiana, tra cui “I Barritass”, “I Nomadi”, “I Giganti”, i “New Dada”. A ciascuna di queste formazioni è associato per la categoria B, un complesso giovane che interpreta lo stesso brano assegnato. Partecipano anche due complessi reatini: “The Friends”, in coppia con “Simon e I Califfi”, propongono Le semplici cose mentre “I Sabini”, insieme ai “New Dada”, si esibiscono sulle note di Ci vuole poco. Saranno proprio quest’ultimi a passare in finale e a essere decretati vincitori della prima edizione del Festival.

Il Festival dei complessi resta in vita fino al maggio 1969 quando si ha l’ultima edizione. Nel 1968 cambia nome, diventa la Parata di Primavera e dalla fine di aprile si sposta agli inizi di maggio. Quell’anno vince il premio della critica Lucio Battisti. La competizione si sposta al teatro Moderno. La conduzione è ormai saldamente affidata a Daniele Piombi. La musica “arrabbiata” è fagocitata dalle stelle della musica leggera. E con esse arriva la RAI che manda in onda integralmente l’evento.