PAUL SCHEURMERIER: UN PESCATORE DI PAROLE E IMMAGINI IN SABINA

a cura di Roberto Lorenzetti

Era il 1925 quando il ricercatore svizzero Paul Scheuermeier iniziò a percorrere alcuni centri dell’attuale provincia di Rieti per effettuare rilevamenti nel contesto dello  Sprach – und Sachatlas Italiens und der Südschweiz, generalmente indicato come AIS, l’atlante linguistico ed etnografico dell’Italia e della Svizzera meridionale  in base al  progetto di due linguisti svizzeri, Karl Jaberg (1877-1958) dell’Università di Berna e Jakob Jud (1882-1952) dell’Università di Zurigo.

A Scheuermeier toccò la mole più imponente del lavoro tanto che in sei anni realizzò ben 306 rilevamenti in Svizzera e nell’Italia centro-settentrionale inclusa la Sabina.

Fu così che prese avvio quella che senza dubbio è stata la più vasta e approfondita ricerca linguistica ed etnografica svolta in Italia.

Tra il 1919 e il 1928 vennero effettuati 412 rilevamenti in 407 località impiegando tre diversi tipi di questionario.

I ricercatori avevano inoltre il compito di fotografare tutto ciò che ritenevano rilevante  dal punto di vista etnografico.

Il lavoro finale si compone di otto volumi che contengono le 1705 carte tematico-linguistiche consistenti ciascuna in una pianta d’Italia con indicate le circa 400 varianti locali dei lemmi scelti.

L’indagine prese avvio nel periodo in cui l’Italia, cosi come la pressoché totalità dei paesi europei, viveva una recessione economica mai conosciuta in precedenza, accompagnata da una crisi politica che sfociò da li a poco nella  presa del potere da parte del fascismo.

Tutto questo, ad una prima lettura,  non sembra toccare l’indagine di Paul Scheuermeier, ma in realtà ha ragione Giorgio Pedrocco quando scrive che “ […] sia l’assetto dell’agricoltura italiana nella crisi, sia la politica agraria del fascismo trovano in questi materiali una loro critica reinterpretazione”.

Da un esame attento della documentazione scaturisce, ad esempio, il forte dislivello della distribuzione delle tecnologie rurali che individua e sottolinea le aree di storica arretratezza.

Complessivamente si coglie una agricoltura avanzata nel nord padano, il ristagno dell’area storica mezzadrile umbro-tosco-marchigiana, e la profonda arretratezza del sud  latifondista.

Le immagini di Paul Scheuermeier sono ben lontane da quella ruralità fascista tutta indirizzata ad esaltare il contadino spina dorsale del Paese, ma descrivono senza fronzoli un settore rurale povero e precario nel quale dominano i segni della marginalità più che quelli del protagonismo di cui erano colmi i messaggi propagandistici del regime.

Nel reatino Paul Scheurmeier iniziò i suoi rilevamenti nel 1925 prima a Rieti dove restò dal 2 al 4 aprile per poi salire a Leonessa il 16 luglio e da lì ad Amatrice il 20 e 21 luglio dello stesso anno.

Complessivamente nel reatino Scheurmeier scattò ventisette foto di cui otto a Rieti cinque a Leonessa quattordici ad Amatrice.

Paul Scheurmerier. Un pescatore di parole e immagini in Sabina.

Mostra storico- documentaria

a cura di Roberto Lorenzetti

Rieti, Archivio di Stato, febbraio – settembre 2017

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