LA TRAGEDIA DEL SISMA RACCONTATA PER IMMAGINI. 4 FOTOGRAFI ED UN OPERATORE DESCRIVONO QUELLE TREMENDE ORE ATTRAVERSO FOTO E VIDEO

a cura di Francesco Aniballi

Fotografare vuol dire letteralmente scrivere con la luce. Scrivere e luce: due termini che di per sé già descrivono qual è la missione intrinseca affidata a questa arte: raccontare. Descrivere, dunque, ciò che avviene in quel preciso attimo senza utilizzare la penna o l’inchiostro: soltanto con la luce. L’immagine finale è forse anche più veritiera delle righe di uno scritto poiché esse sono immancabilmente influenzate da un attore terzo: lo scrittore. Nella fotografia, in linea di massima, l’operatore può agire molto poco su ciò accade; può soltanto riprendere ciò che avviene immortalando per sempre un attimo. A volte, però, ci sono frammenti di realtà che nessun fotografo vorrebbe immortalare. Una volta vissuta una certa esperienza d’istinto verrebbe da premere il tasto delete del proprio cervello e dimenticare. Ma purtroppo chi si occupa di fotografia sa che non è possibile. Nel bene o nel male c’è un compito da portare avanti: raccontare. Un mantra, un pensiero, quasi una filosofia di vita che ha spinto Stefano Dal Pozzolo, Filippo Maria Gianfelice, Massimo Renzi, Massimo Rinaldi e l’operatore video Maurizio Rossi a precipitarsi ad Amatrice quella mattina del 24 agosto 2016. Sono tutti professionisti dell’immagine e quindi abituati a svolgere il proprio mestiere anche in situazioni estreme. Eppure quella mattina qualcosa li blocca. La luce del faro guida per il “navigante” fotografo è una luce diversa: è carica di foschia, di ombre, di chiaroscuri non voluti. La polvere la opacizza e tutto si ammanta di un irreale color seppia. La bella luce che ad Amatrice ha sempre permesso di scattare straordinarie immagini non c’è da quel 24 agosto 2016. C’è solo terrore, paura, sconcerto, lutto. I volti delle persone sono come impietriti: riprenderli in quello stato è difficile e di primo acchito verrebbe la voglia di fare fagotto, correre verso l’auto e andare via. Ma non si può. Si deve raccontare! E allora si cerca di reagire, si torna lucidi anche se sembra più di essere in un colossal americano che narra grandi tragedie. “Nella prima ora dopo essere arrivato ad Amatrice – racconta Filippo Maria Gianfelice – ero spaesato. Lì ho vissuto per diversi anni e vederla così mi ha fatto male. Soltanto dopo sono riuscito a prendere coraggio e impugnare la fotocamera”.

Filippo Maria Gianfelice (Roma, 1971) è un fotografo di reportage attivo in ambito nazionale in campo giornalistico, teatrale e matrimoniale. Ha pubblicato sulle maggiori testate quotidiane e periodiche nazionali e internazionali. I suoi lavori hanno ottenuto premi e riconoscimenti, e sono stati oggetto di pubblicazione sulle maggiori riviste di settore. Con il portfolio “Earthquake in the Heart of Italy”, ha partecipato al World Press Photo 2017 ed è stato selezionato, con menzione d’onore, tra i finalisti del Fiof Italy International Photography Awards 2017.

 

Ma anche se si cerca di reagire ed andare avanti, i sentimenti non puoi zittirli e se tenti di lasciarli da una parte loro tornano e fanno pensare: “Mentre camminavo tra le tende cercavo di immedesimarmi nelle persone colpite da questa sciagura – spiega Massimo Renzi – vedevo nei loro volti paura e disperazione. Avevamo timore di camminare sulle macerie: avremmo potuto calpestare qualche sopravvissuto”.

Massimo Renzi è fotografo professionista a Rieti da 35 anni. Proviene dal mondo della fotografia analogica nella quale si è formato transitando poi al digitale. Si occupa di fotografia matrimoniale e reportage.

Sono attimi, momenti che una volta scolpiti nella memoria difficilmente potranno essere cancellati. “Sono arrivato alle 4.30 ad Amatrice e lo spettacolo che ho visto nel centro storico è stato agghiacciante: fuggi fuggi generale, persone quasi nude che cercavano di trovare riparo – racconta con commozione Maurizio Rossi – mi sono trovato in un altro mondo. Purtroppo però chi lavora nel mondo della comunicazione non può fermarsi deve lasciare da parte i sentimenti ed andare avanti”.

Maurizio Rossi, operatore, da sempre appassionato di tecnologia e innovazione. Nel 1999 fonda a Roma una piattaforma di diffusione web chiama Monti tv: una delle prime web tv in Italia. É fondatore della piattaforma web dedicata a Rieti chiamata RietiNews. É operatore per la provincia di Rieti della TGR Rai Lazio.

 

Ma per quello che non c’è più, sicuramente qualcosa rinascerà così come auspica Massimo Rinaldi: “Dopo aver fotografato Amatrice durante quei drammatici momenti spero di tornare a scattare immagini dal Santuario della Croce. Dalla chiesetta, posizionata su un’altura che sovrasta il bel borgo laziale, sogno di  ritrarre la vecchia Matrù in tutto il suo splendore con i Monti della Laga che le fanno da corona”.

Massimo Rinaldi è fotografo professionista a Rieti dal 1976. É membro selezionato dell’ANFM (Associazione Nazionale Fotografi Matrionialisti). Le sue foto sono state selezionate per la partecipazione all’ “Asia International Wedding Photography Award 2016/2017”. É fotografo ufficiale del Real Rieti.

Anche Stefano Del Pozzolo, fotografo professionista, ha voluto offrirci le sue toccanti immagini scattate durante quelle tragiche giornate.

Stefano Dal Pozzolo è nato a Vicenza nel 1976. E’ il fotografo vaticanista dell’agenzia fotogiornalistica Contrasto dal 2006. Collabora con le più importanti riviste italiane ed internazionali come Famiglia Cristiana, Oggi, National Geographic, L’Espresso, Panorama, il venerdì, Wired, Focus,Internazionale, El Pais Semanal, Le point, Sette, Time, Newsweek.