LA MOSTRA DELL’ARCHIVIO DI STATO DI RIETI

di Daniele Scopigno

Inaugurata il 16 aprile resterà aperta fino al 31 agosto ed è una mostra che ha ricevuto particolare apprezzamento da parte degli appassionati per i documenti che sono stati messi a disposizione. Il percorso di allestimento dedicato al Karnhoval permette al visitatore, infatti, di immergersi nell’atmosfera che precedette e accompagnò l’evento del 1969, capace di scuotere Rieti e i reatini.

Chi l’ha vissuto può tornare nel passato in un viaggio di rivisitazione di eventi, opere e performance di un Carnevale degli artisti dal sapore internazionale. Chi per diverse ragioni, per prime anagrafiche, non ha potuto prendere parte a quelle giornate, grazie alla mostra potrà immaginare lo spirito e l’intento, a volte dissacratorio, di un appuntamento anomalo e a Rieti rimasto unico.

L’Archivio di Stato, con il direttore Roberto Lorenzetti e i curatori Ubaldo Munzi e Alberto Tessore, ha realizzato un percorso espositivo che si articola in tutta la struttura, disseminando, in un sviluppo anche verticale, le opere di artisti e di studenti del liceo artistico “A. Calcagnadoro” di Rieti.

 

LA STORIA IN SALA MOSTRE

Nella sala mostre, le bacheche accolgono importanti testimonianze documentali che portano il visitatore dalla fase embrionale del Karnhoval fino alla sua nascita e crescita. I documenti sono in parte custoditi dall’Archivio e in parte messi a disposizione dai curatori, dagli artisti che vi parteciparono e dagli appassionati.

Dai bozzetti progettuali dei possibili carri da realizzare, fino alle pubblicazioni utili a comprendere il contesto storico-politico nazionale e internazionale di quel 1969, il visitatore procede gradualmente potendo apprezzare sia il lato artistico sia il lato organizzativo del Karnhoval. È, infatti, dalla fase del carteggio tra enti (Ept) e Comitato per il Carnevale che è possibile partire per apprezzare la novità arrivata a Rieti in quel febbraio di 50 anni fa. Si tratta della corrispondenza attraverso la quale si comunica di non voler organizzare un carnevale tradizionale, a favore di una iniziativa che promuovesse maggiormente l’immagine della città fuori dal territorio reatino. La bacheca ospita anche le schede di adesione di artisti e le proposte, con schizzi e disegni, delle presenze da realizzare all’interno dell’evento. Una descrizione puntuale del materiale documentale della mostra è presente nel contributo di Elisabetta Tarsia (link).

Il percorso espositivo procede, quindi, con gli accrediti della stampa nazionale e internazionale all’iniziativa, tra i quali quello di Sergio Saviane (l’Espresso) e Dario Bellezza (Nuovi Argomenti), nonché con il bozzetto del logo e del manifesto della manifestazione. Di interesse per la ricostruzione e la comprensione dell’importanza e dell’impatto avuto dal Karnhoval, è la bacheca che include numerosi ritagli stampa dedicati al Carnevale degli Artisti da cui si evince anche la polemica di natura politica scaturita attorno all’evento.

Di interesse per gli appassionati di musica è la bacheca dedicata alla Edgar Broughton Band, il gruppo inglese il cui concerto reatino fu interrotto dalla polizia. È possibile, inoltre, consultare la voce dell’Enciclopedia del pop dedicata al gruppo e le note di copertina dove viene ricordato il mancato concerto alla Snia.

Le ulteriori bacheche sono un tributo ad Adriano Spatola, poeta e critico letterario che ha vissuto la sua esperienza di poesia come fatto artistico-visivo, gestuale, fonetico.

All’interno della sala sono riporte le stampe di alcune sue poesie, come gli “Zeroglifici” e alcuni dattilopoemi di Arrigo Lora-Totino, tra cui “Vela” e “Ombraluce” nonché “Poesia virtuale” di Joan Brossa.

Sono esposti, inoltre, dei materiali sul contesto storico-politico di quegli anni in modo da inquadrare lo scenario del tempo. Le pubblicazioni che interessano il clima internazionale sono in gran parte rappresentate da International Times di Londra, rivista che vede tra i suoi fondatori John “Hoppy” Hopkins e sono dedicate alla controcultura e alla musica.

Lo scenario nazionale è caratterizzato dalla contestazione, in particolare universitaria e la bacheca mostra, infatti, alcuni numeri della rivista Quindici con una foto iconica relativa agli scontri di Valle Giulia del marzo 1968. Uno scatto di recente al centro di una lettura storiografica che ha mostrato come, tra le prime file degli studenti che fronteggiavano la polizia alla facoltà di Architettura, ci fossero degli appartenenti ai movimenti della estrema destra, come Avanguardia Nazionale e studenti del Fuan.

 

STAMPA E PSICHEDELIA, GLI ALTRI SPAZI

I pannelli espositivi dell’atrio vedono in mostra le riproduzioni di stampe e disegni tra cui Yarrow Stalks n.2 (1967) di Margie Leamy per il Philadelphia underground newspaper; una copertina di International Times; nonché una copertina della rivista alternativa/underground OZ Magazine pubblicata nel Regno Unito dal 1967 al 1973. Le pubblicazioni proseguono con alcuni scatti di Antonio Cipolloni sul Karnhoval reatino accompagnati da manifesti e locandine del Carnevale degli Artisti.

La scalinata accoglie, invece, le opere grafiche realizzate dagli studenti del liceo artistico “A. Calcagnadoro”, prodotte in collaborazione con l’Archivio di Stato e ispirate a rielaborazioni psichedeliche. Il visitatore proseguendo verso i tre piani della struttura può osservare anche le installazioni di Ugo Antinori, dal titolo “Aggregazioni”, dove il carattere pittorico si integra con l’impianto grafico e le forme della scultura. Al centro dello spazio espositivo è presente “Storia”, un’opera di Mauro Pulcinella in cui frantumi di specchi e fogli di giornale consunti dal tempo giacciono come collegamento al nero infinito che discende dall’alto della struttura.