MONICA REPETTO, LETIZIA CORTINI, ALICE ORTENZI: UNA BIBLIOMEDIATECA ITINERANTE ALLA MAGLIANA

di Andrea Scappa_

Nella terza puntata di “Un tempo ritrovato” abbiamo con noi Monica Repetto, regista e produttrice, Letizia Cortini, archivista ed educatrice all’immagine, e Alice Ortenzi, archivista e performer. Tre donne caparbie e appassionate che hanno immaginato, curato, infuso energia e riplasmato, a causa della pandemia, Apebook. Libri media e cinema in periferia, un progetto dell’AAMOD, Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, finanziato dal MIBACT, attraverso il piano “Cultura Futuro Urbano”, con la sezione “Biblioteca casa di quartiere”.

Il progetto, agendo sul quartiere romano della Magliana, ha fatto emergere le varie realtà radicate nel territorio e ha creato una rete nei cui nodi troviamo l’Istituto Comprensivo “Sandro Onofri”, il Centro anziani “Argento Vivo”, il Comitato di quartiere della Magliana, l’Associazione culturale “InComune”, la Cooperativa Sociale “Magliana Solidale”, le Officine Culturali “INsensINverso”, Deriva Film e Map Studio.

A tenere insieme e a percorrere questo paesaggio frastagliato, a disegnare una nuova geografia inclusiva e plurima, con luoghi nomadi, rifunzionalizzati o attivati culturalmente, ci ha pensato l’Apebook. L’Apebook è un Ape 50 Piaggio, verniciata interamente di rosso, con cassone chiuso che accoglie al suo interno un cielo di lucine, cassette della frutta pieni di libri, come palazzi popolosi, e uno schermo, simile ai lenzuoli di una volta per il cinema all’aperto in estate, che proietta immagini storiche del quartiere. L’Apebook, così attrezzata, è una bibliomediateca che sosta, ogni quindici giorni, lottando con le difficoltà ataviche di parcheggio, in una zona diversa del quartiere, dal Parco del Tevere a Via della Magliana, strada piena di negozi, da piazza Fabrizio De Andrè all’ingresso della scuola “Sandro Onofri”. Gli abitanti della Magliana tesserati, in gran parte giovani, al momento 250, vengono informati della venuta dell’ape rossa tramite WhatsApp, possono consultare il catalogo disponibile su Anobii e, in questo periodo di divieto di assembramenti, prenotare in totale libertà i libri che vogliono prendere in prestito.

L’Apebook, nata come un’estensione della biblioteca dell’AAMOD, costituita da pubblicazioni relative alla fotografia, al cinema, all’urbanistica, alle città, alle periferie, in particolare alla Magliana, ha integrato e arricchito il suo patrimonio librario, soprattutto con libri per bambini e ragazzi, grazie alle donazioni degli editori Effigi ed Ecra, della redazione cultura del quotidiano “il manifesto”, del Circolo “Palmiro Togliatti” e del Comitato di quartiere, di cui è stata recuperata parte della sua biblioteca.

L’Apebook, guidata e gestita da Alice Ortenzi, attirando a sé curiosi per il suo aspetto eccentrico o con selezioni di titoli dedicati ai ragazzi o a particolari momenti dell’anno, come la giornata dell’8 marzo, non rappresenta solo un invito alla lettura su tre ruote, ma è diventata sia un aggregatore delle comunità eterogenee – a livello anagrafico e di nazionalità – presenti nel quartiere, che spesso non si conoscono e vivono separate l’una dall’altra, sia un luogo di formazione e divulgazione culturale. Infatti l’ape rossa ha accompagnato gli appuntamenti di raccolta di foto e filmini di famiglia e una serie di attività formative organizzate dal progetto, nello specifico i laboratori di memoria condivisa e gli workshop professionali.

Il laboratori di memoria condivisa, condotti da Letizia Cortini, sono stati dedicati alla lettura, alla scrittura biografica, alla memoria orale, alla ricerca di fonti audiovisive familiari, alla visione partecipata e critica di film dell’AMOOD sul quartiere della Magliana o di taglio sociale più in generale. Realizzati al Centro anziani “Argento Vivo” e nello spazio delle Officine Culturali “INsensINverso”, da anni impegnate per l’integrazione con corsi gratuiti di italiano, hanno coinvolto, nel primo caso, anziani che appartengono all’XI Municipio (quindi non solo Magliana, ma anche Trullo e Portuense), spesso fragili, analfabeti, con disabilità fisiche e anche non italiani, che ormai vivono nel nostro Paese da molto tempo, mentre, nel secondo caso, donne di origine straniera. Ad un certo punto, in entrambi i casi, sono entrati nel percorso i ragazzi. Inizialmente i ragazzi e gli anziani facevano fatica a mescolarsi e il cinema, la proiezione non casuale de La torta in cielo, film del 1973 di Lino Del Fra, Lino Miccichè e Cecilia Mangini, ispirato all’omonimo racconto di Gianni Rodari, li ha uniti, a partire dalle risate trasversali, suscitate da alcune scene. La prima fase dei laboratori ha riguardato la conoscenza e l’ascolto, poi gli anziani e le donne di origine straniera hanno riempito questionari relativi alla loro biografia privata e scolastica, hanno raccontato e scritto le loro storie, commentato le fotografie dai loro album di famiglia. Successivamente, insieme ai ragazzi, hanno appreso i rudimenti dei linguaggi audiovisivi, come filmare con il cellulare, leggere e impaginare le varie fonti raccolte.

Gli workshop, a cui hanno partecipato i ragazzi e le donne di origine straniera, invece sono stati tre. Il primo, Percorsi di donne. Un film, curato da Monica Repetto, incentrato sulle varie fasi di creazione di un prodotto audiovisivo, ha visto la realizzazione del film La luna sulla Magliana, opera che mette insieme materiali girati autonomamente, con i propri cellulari, o con mezzi professionali e con professionisti. Il film è stato proiettato nell’ambito dell’ultima edizione della Festa di Roma. Nel secondo workshop, Arte sotto l’argine. Il ritratto, con la guida di Enrico Datti, dopo un periodo di formazione relativo a questo genere fotografico, sono stati scattati dei ritratti agli abitanti del quartiere. Alcuni di questi sono stati esposti in una mostra, allestita nel parco del Tevere della Magliana, in occasione del “Tevere Day”, lo scorso 4 ottobre. L’ultimo workshop, Io book. Tracce di colore, condotto da Francesca Cattaneo, ha impegnato i partecipanti nella creazioni di libri visuali in cui reimmaginare, attraverso il digitale e la creatività, gli spazi del quartiere.

Durante il lockdown, nonostante l’impossibilità di raggiungere fisicamente la Magliana, l’Apebook ha trovato il modo di far sentire la sua presenza. Così, ad esempio, oltre a rimodulare alcuni contenuti del film La luna della Magliana, in base alla realtà mutata, sulla pagina Facebook del progetto sono stati messi a disposizione molti materiali ludico-didattici, con cui poter fare proprie sperimentazioni, ed è nata la rubrica “Apebook segnala” con suggerimenti di libri, progetti, esperienze che rimandano ai temi del progetto.

Dunque l’Apebook ha permesso di guardare al di là della desolazione, del degrado, della cruda realtà di periferia, di andare oltre i pre-giudizi, sia positivi che negativi, presenti da entrambi le parti – italiani/stranieri, giovani/anziani, donne/uomini –, di riscoprire quello che nel quartiere era sommerso e isolato. Questo è stato possibile tramite la profonda conoscenza reciproca, lo scambio che si è innescato tra i diversi mondi, la felicità da brividi generatasi. Come raccontano Monica Repetto, Letizia Cortini e Alice Ortenzi, ci sono tanti momenti in cui ciò è avvenuto. Quando un bambino strattonava il proprio genitore, disinteressato, per avvicinarsi all’Apebook, quando un francese, che passava per la Magliana, è diventato un loro fan, o ancora quando un ragazzino, che disturbava le proiezioni estive, si è trasformato in un assiduo lettore o se si formavano lunghe file di studenti, all’uscita di scuola, in attesa di sfogliare i libri. Per non dimenticare, infine, tutte le occasioni legate alla restituzione dei laboratori e degli workshop, le feste intergenerazionali e multiculturali nel quartiere.