III EDIZIONE

Si può costruire un erbario con le foto, le lettere, i quaderni e le altre carte di una famiglia?

È il quesito a cui ha provato a dare una risposta il pcto/progetto didattico “L’Officina di Didattica Luce in Sabina”, realizzato dall’Archivio Storico Luce e dell’Archivio di Stato di Rieti, nell’anno scolastico 2022/23.

Due le classi coinvolte: il III S A del Liceo scientifico opzione scienze applicate, IIS “C. Rosatelli” e il V B, sezione grafica, del Liceo artistico “A. Calcagnadoro”, IIS “Elena Principessa di Napoli” di Rieti. Gli studenti sono stati i protagonisti di un laboratorio di studio, schedatura, analisi tematico-visuale e riuso critico e creativo, incentrato sulla porzione fotografica dell’archivio della famiglia Vincentini, conservato dall’Istituto reatino.

Erbario di famiglia è la restituzione finale di questo laboratorio.

Un duplice richiamo risiede nell’impostazione data all’esito espositivo.
Da un lato il percorso presentato è il frutto di una raccolta, di una selezione, di una descrizione per nodi tematici e di una rielaborazione artistica delle foto, processo in qualche modo simile a quello della creazione di un erbario. Dall’altro lato risultano fonte d’ispirazione i riferimenti, letterali e metaforici, al mondo botanico rintracciabili nello stesso fondo Vincentini, come ad esempio la consuetudine di inserire fiori o foglie in mezzo alle lettere, di disegnarne di particolari su quegli stessi fogli o di impiegare carta con stampati motivi floreali e agresti.

Nell’allestimento due parti di una stessa corolla sembrano guardarsi.
Sui rami di un albero, che ricorda quelli genealogici, spuntano cinque ambiti (I Vincentini, Gli Orsini, Gli Hoyos, Terre sabine, Riti e svaghi), in base ai quali gli studenti del Rosatelli hanno raggruppato 35 foto, di differente formato e provenienza, tra le circa 400 presenti nel fondo. A dialogare con la parte
storica ci sono i quattri prodotti creativi inventati dagli studenti del Calcagnadoro, incrociando il patrimonio fotografico con altri documenti dell’archivio famigliare (quaderni, lettere, ecc.). Quattro inviti al gioco per il visitatore: Foto memory, Componimenti, Giri di moda, Nozze di lettere.

IL FONDO

Il Fondo Famiglia Vincentini (1545 – 1974) è stato dichiarato di interesse storico particolarmente importante il 27 ottobre 1982 dalla Soprintendenza archivistica per il Lazio. Nel 1987 Maria Neve Borgogelli Avveduti ha fatto richiesta di deposito della documentazione presso l’Archivio di Stato di Rieti. Il procedimento si è concluso con l’autorizzazione del 3 marzo 1987 e con il trasferimento fisico dell’archivio, fino ad allora custodito in parte a Rieti e in parte nel castello di Montenero, nell’agosto dello stesso anno. Insieme con le carte è pervenuta all’Archivio di Stato anche una porzione minima del patrimonio librario familiare, formata prevalentemente da libri scolastici, atlanti geografici e spartiti musicali. Ulteriore documentazione, incluse quattro buste di fotografie dei secc. XIX – XX, è stata ricevuta nel 1994 a completamento del deposito. Il materiale è stato riordinato e descritto da Marilena Giovannelli.

La documentazione è articolata in tre grandi sezioni: famiglia; possedimenti; carteggio.

La prima costituisce la parte più antica del fondo e riguarda il casato e la sua storia. Le serie in cui è ripartita sono: alberi genealogici (alberi genealogici, genealogie, fedi di battesimo, ecc.); storie e memorie di luoghi e di persone; concessioni sovrane; documenti onorifici, primogeniture; istrumenti diversi (testamenti, inventari, doti, ecc.); liti, cause (tra membri della famiglia o con enti e istituzioni); affari economici (ricevute, censi, ipoteche, libretti di spesa, ecc.); nomine, incarichi pubblici; personaggi; oggetti diversi (editti, bandi, autografi, ecc.).

La seconda sezione, riguardante i beni della famiglia e la loro amministrazione, si articola in due serie: amministrazione dei possedimenti; agenzie. Il discrimine tra le due è dato dalla razionalizzazione della gestione del patrimonio familiare, avvenuta nel sec. XIX, che segnò il passaggio dalla conduzione unitaria dei beni alla suddivisione dei possedimenti in agenzie dipendenti dall’amministrazione societaria con sede a Roma: quella di Rieti, quella di Roccantica, quella di Scandriglia e quella di Montenero. Tra i documenti compresi in queste serie si annoverano giornali di cassa, conti correnti colonici, libri mastri, libri del movimento dei generi, libretti colonici, ecc.

Quanto al ricco carteggio familiare, esso è diviso in tre serie: lettere indirizzate alla famiglia; lettere spedite; carteggio sulle tenute.

Accanto a questi cospicui nuclei documentari si collocano infine la miscellanea, le carte geografiche, un centinaio di piante catastali talvolta di pregevole fattura, le raccolte di leggi e le pubblicazioni inerenti all’attività economica e alle funzioni svolte dagli esponenti del casato.